(dal notiziario “W Ale Notizie” n°16, del 15 luglio 2014)
di Simone Ridolfi
Il 25 Maggio 2014 i malati del Policlinico Gemelli sono stati dolcemente svegliati dalle voci di Pupo, Maurizio Mattioli, Fabrizio Frizzi e la presenza di tante personalità come Gianni Letta e Bruno Vespa, accorsi per la “Giornata Nazionale del Sollievo”.
Oltre alle loro voci un particolare brusio, quello dei bambini e dei ragazzi che hanno partecipato al concorso nazionale “Un ospedale con più sollievo” e tra queste voci c’ero io, Simone Ridolfi, uno studente di Economia dell’Università Europea di Roma. Ho 21 anni e ho deciso di partecipare al concorso per una passione, non solo inserimento di numeri e lettura di grafici di mercato ma anche esprimere me stesso e le mie idee semplicemente con carta e inchiostro. Grazie a un progetto di responsabilità sociale sostenuto dalla mia università sono entrato nel mondo della Fondazione W Ale, conosciuto Alessandra e la sua storia, ne ho ricevuto la spinta al cambiamento. Il compito degli universitari era di elaborare una ricerca sui luoghi storici di assistenza sanitaria di una città e/o una regione italiana, finalizzata a promuoverne lo sviluppo; oppure scrivere un testo narrativo incentrato su esperienze relazionali che valorizzano il significato della solidarietà all’interno di luoghi assistenziali. È stato bello notare come i ragazzi abbiano espresso il tema, nei modi più particolari e di come ogni generazione abbia da dire sul tema del sollievo! Tra gli elaborati universitari è spiccato il mio lavoro “Il policlinico Umberto I – Storie e problemi di un grande luogo di sollievo” nel quale ripercorro la storia dell’agglomerato ospedaliero di Castro Pretorio, definendone pregi e difetti, gli effetti fisici del sollievo, quello ad esempio di edifici accoglienti. Il premio è stato un onore, mi ha spinto a partecipare e lavorare. Lo dedico alla mia famiglia e soprattutto ad Ale e al messaggio che ci ha lanciato “Mai perdere l’occasione di fare ciò che ci fa piacere”.