(dal “W Ale Notizie” n°22, del 18 dicembre 2015)
Rubrica Scientifica a cura del Prof. Cosmoferruccio De Stefano
L’esame delle anomalie vascolari ci ha fatto capire come esistano due grandi famiglie di patologia, gli angiomi e le malformazioni vascolari, cui corrispondono terapie molto differenti e prognosi che vanno da quella più banale di una completa risoluzione, a quelle gravissime di disagio o grave impotenza funzionale se non, come in alcuni casi, di morte.
Chiaramente, a fronte di una problematica così complessa, è necessaria una corrispondente profonda conoscenza da parte di specialisti dedicati. Dal che si evince che medici e pediatri di base, che rappresentano la prima e più importante interfaccia fra pazienti e sanità, devono avere conoscenza dei curanti succitati, della loro collocazione geografica e delle modalità di contatto. In base alle suddette premesse è facilmente comprensibile come sia compito del S.S.N. individuare gli specialisti e le loro dislocazioni ed informare, con i dovuti aggiornamenti periodici, i medici di prima linea e, parallelamente, il pubblico, in analogia a quanto viene comunicato ai cittadini da altri servizi dello Stato come, ad esempio, le agenzie delle entrate. Esaminiamo i tasselli di questo mosaico assistenziale, cercando di evidenziarne caratteristiche e criticità.
Specialisti
Uno dei grandi equivoci della attuale situazione sanitaria, che diviene destruente in caso di patologie particolari come quella di cui ci stiamo interessando, è riscontrabile nella obsolescenza della nomenclatura. Nulla è cambiato da quando sono state istituite le specializzazioni, e le dizioni classiche, oggi, non sono più in grado di far comprendere ai pazienti, in maniera semplice e sicura, a chi rivolgersi a fronte di una specifica condizione morbosa.
Nel caso della patologia di cui ci stiamo interessando, a chi si deve rivolgere una famiglia al momento della necessità?
Al pediatra, perché si ha a che fare con un bambino, all’angiologo per assonanza alla generica diagnosi di angioma, al chirurgo vascolare perché ci si trova di fronte a qualcosa che origina dai vasi? Di fronte ad una situazione del genere il disagio della malattia è fortemente aggravato dalle difficoltà di una ricerca in un campo sconosciuto e dalla, sempre immanente, sensazione di poter commettere errori di scelta che possano essere forieri di danno per sé stessi o per i propri cari.
In realtà, per i pazienti, non ha importanza come si “chiami” il curante, l’unica vera necessità è che conosca il problema in tutte le sue sfaccettature e sia in grado di proporre le relative, adeguate, soluzioni.
La ricerca è oggi mirata non più a trovare uno specialista di branca ma uno specialista di malattia.