(dal notiziario “W Ale Notizie” n°9, del 9 novembre 2012)
di Angelica Marotta
Una risposta è il tratto di strada che ti sei lasciato alle spalle, solo una domanda può puntare oltre»: lo affermava lo scrittore norvegese Jostein Gaarder e ne è convinto Roberto Giacobbo che, con scientifica passione, da anni coinvolge i telespettatori di tutte le età in viaggi in giro per il mondo tra miti e leggende, civiltà note e misteriose.
Giornalista, docente, conduttore, autore di programmi e anche scrittore di successo con la passione per il mistero, ma con un percorso di studi matematici e una laurea in Economia: come fanno a convivere questi due aspetti?
Semplice: è matematico che ci siano ancora cose da scoprire e la curiosità è la molla che ci spinge alla continua ricerca.
Lei è sempre a caccia di risposte agli enigmi della Storia. Qual è il più grande mistero che l’uomo non ha ancora risolto?
Sicuramente le sue origini… cosa esisteva prima di noi? Siamo stati davvero la prima civiltà evoluta che ha abitato il pianeta sul quale viviamo? Antiche civiltà scomparse, tracce e frammenti da scoprire e interpretare attraverso i secoli. Basti pensare che la Terra ha 4 miliardi e mezzo di anni e che i dinosauri sono scomparsi 65 milioni di anni fa per renderci conto di quanto “da poco” l’uomo viva su questo pianeta.
Tra i suoi primi lavori in tv c’è “Big!”, programma per ragazzi. Oggi in tv, quando si parla di giovani, si pensa ai talent. Questo può essere considerato il frutto di una società che tende a fabbricare talenti piuttosto che dargli un’adeguata formazione?
Oggi, purtroppo, quello che manca è il rispetto per le nuove generazioni e si tende a sottovalutare il fatto che anche il rispetto è sinonimo di divertimento. Gli autori televisivi, soprattutto quelli di programmi per ragazzi, devono essere molto attenti perché la mente dei giovanissimi è sgombera da qualsiasi preconcetto e quindi la tv, nell’età adolescenziale, diventa una sorta di “maestra”, al pari della scuola. Il rispetto per il pubblico più giovane è quello che io da sempre, suggerisco alla squadra di lavoro con la quale mi occupo dei contenuti di “Voyager ragazzi”.
Comunicare il sociale in un mondo che consuma tutto velocemente: è possibile?
II sociale è la parte buona di noi. Occupandoci di sociale anche noi che siamo imperfetti possiamo, in qualche modo, tendere alla perfezione. Come socio fondatore di W Ale cerco di essere attivo in molte delle iniziative che la fondazione realizza, credo che la forza e il sorriso di Alessandra possano essere di esempio e di stimolo per tutti.