Saluti iniziali – Sergio Maria Battaglia

SERGIO MARIA BATTAGLIA  – Segretario Generale Centro Internazionale Studi Luigi Sturzo

Sono commosso perché è un evento che abbiamo l’onore di avere organizzato insieme con molta fatica. Noi siamo onorati, come Istituto Luigi Sturzo, di continuare a collaborare con la LUMSA, con il magnifico rettore, il prof Francesco Bonini, con la professoressa Pacelli e con tutti gli altri esimi relatori. È sicuramente molto importante ricordare dei giovani che con la passione, con il loro sacrificio, anche fisico, hanno contribuito, o almeno ci hanno provato, a rendere migliore questo mondo, sempre più avvelenato da cinismo, cattiveria, che a volte è un regno dei soldi e dove impera la malavita. In una situazione sanitaria così grave, uno dei pericoli è proprio quello della criminalità organizzata che cerca di approfittare, pericolo non soltanto italiano, ma internazionale.

“Fake news” è un termine inglese, ormai se non si usano termini inglesi anche nella lingua italiana probabilmente non sì è “alla moda” o comunque non si fa scena. Noi intendiamo la disinformazione, quella informazione ingannevole conseguenza di un comportamento truffaldino; contraffazione di notizie che ignorano le regole editoriali, le regole sane di informazione, i codici deontologici che esistono anche nella professione del giornalismo, ma che spesso vengono ignorati dove non c’è un ”peace-enforcement” che le faccia rispettare. Questa disinformazione è molto diffusa, soprattutto su internet e sui social media. Spesso quando faccio lezione io dico: ragazzi, voi avete il vantaggio rispetto a me che quando mi sono laureato non esisteva internet. Io passavo ore e ore, giornate intere, alla biblioteca centrale giuridica, mi ero fatto amico i due impiegati che mi davano tutte le pubblicazioni su cui io scrivevo articoli e facevo ricerche giuridiche. Dico: voi con internet potete effettivamente controllare se una norma che io sto citando è esatta o no, fare dei collegamenti tra le leggi. Su internet si trova tutto o quasi, ma spesso internet viene utilizzato per altre funzioni. Le bufale sulla pandemia sono state lette 3,8 milioni di volte, i 10 siti che hanno promosso più bufale attraverso Facebook negli ultimi mesi hanno avuto 4 volte più visualizzazioni dei 10 migliori siti ufficiali. I social network diffondono più fake news rispetto ai canali di informazione tradizionali. Chi si informa solamente sui social network è più incline a non rispettare le misure restrittive anti-Covid rispetto a chi fa riferimento a determinati canali di informazione. Ma ci sono anche dei giovani che hanno realizzato una piattaforma che, usando l’intelligenza artificiale e selezionando milioni di informazioni sul web, discernono le notizie veritiere e quelle che non lo sono. Sono giovani romani che hanno cominciato a lavorare a Londra e hanno avuto questa idea.

L’uso corretto delle parole è importante.

In alcuni provvedimenti sugli spostamenti presi durante la pandemia è scritto che un tal comportamento “è fortemente raccomandato. Cosa vuol dire? Avendo io, professionalmente, una deformazione giuridica ho pensato che se “è fortemente raccomandato” vuol dire “non c’è sanzione”. E siccome, probabilmente, c’erano dei dubbi, si sono anche aggiunte specificazioni. Ma che vuol dire “è fortemente raccomandato spostarsi a meno che non hai motivi di studio, di lavoro o necessità ecc.”?

È stata necessaria una circolare del capo di gabinetto della Ministra dell’Interno per specificare, tra le altre cose, che nel caso di spostamento, c’è la forte raccomandazione, non c’è bisogno dell’autocertificazione. Ma scrivere “è fortemente raccomandato” in un provvedimento preso durante uno stato di emergenza è dimostrazione concreta che è un compromesso, si dice e non si dice. O c’è o non c’è il divieto.

Speriamo di continuare in questo percorso insieme alla Lumsa, alla Fondazione Alessandra Bisceglia, che veramente merita tutta la nostra attenzione. E consentitemi, anche di ringraziare ancora Donatella Pacelli.

 

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