CARLO VERNA – Presidente Ordine Nazionale dei Giornalisti
Io non ho avuto, come diceva la professoressa Pacelli, il dono e l’onore di conoscere Alessandra; l’ho conosciuta attraverso un libretto che mi è stato dato dalla madre, alla quale avevo fatto la promessa di partecipare alle manifestazioni del Premio Alessandra Bisceglia.
Come Ordine dei Giornalisti vogliamo rendere omaggio a figure che hanno lasciato un seme importante nella storia del giornalismo, ragion per cui era assolutamente indispensabile esserci.
Proprio oggi, nel giorno di questa premiazione, è venuto a mancare un grande giornalista Rai, Pino Scaccia, di cui voglio ricordare la professionalità e la qualità del suo lavoro.
Recentemente un padre, Fortunato Nicoletti, mi ha chiesto di scrivere la prefazione a un libro che si intitola “Nessuno è escluso” dedicato alla figlia, anche lei nata con una rara malformazione. Ho scritto in questa prefazione che noi giornalisti lavoriamo maneggiando parole, talvolta maldestramente le usiamo come pietre, tal altra ricorriamo a eufemismi. Credo che però in questo caso definire il disabile “diversamente abile” sia utile per collegare la vicenda narrata al titolo “Nessuno escluso”: c’è una vita, come ci ha insegnato Alessandra, che promette per tutti, anche per chi deve rimontare svantaggi, le cui ragioni capiremo forse solo quando l’esperienza terrena sarà terminata.
Perché qualcuno nasce diversamente abile e non abile tout court, perché è permessa una diseguaglianza fin dalla nascita?
Domande dello stesso tipo ce le poniamo di fronte a catastrofi, o scomparse premature di persone buone e giuste, la nostra mente non arriva alla risposta appropriata, ma ne può concepire altre, potremmo dire, diversamente utili.
Fatemi dire anche una cosa sul tema principale di questo convegno, che vale anche come formazione.
Sono orgoglioso di averla potuta autorizzare come Consiglio Nazionale anche in streaming. Il tema delle fake: io spesso dico “noi siamo i medici delle fake news”, cioè con la nostra capacità professionale, con il nostro riconoscerci all’interno di un quadro di regole, validiamo o non validiamo delle situazioni, ed è una funzione cruciale per la società. Si deve intervenire, noi stiamo cominciando ad elaborare una proposta per punire la diffusione delle fake: esistono ipotesi di reato, penso per esempio all’aggiotaggio.
Credo che sia venuto il momento di un’attenzione da parte del legislatore anche a nuove formule di sanzione rispetto a certi comportamenti che non vengono dal giornalismo professionale, ma che impattano fortemente in quest’era di tumultuoso cambiamento.
Per noi è cambiata una cosa fondamentale: prima i giornalisti professionisti avevano l’esclusiva, la prerogativa di poter parlare da uno a tanti. Adesso questa esclusiva non ce l’abbiamo più, ma essendo possibile per tutti comunicare, da un lato c’è più democrazia, dall’altro c’è un rischio, quindi occorrono delle risposte.
Noi giornalisti, e io ritengo che l’Ordine dei Giornalisti sia un’agenzia culturale, daremo il nostro contributo per poter far sì che si elabori una risposta concreta affinché l’opportunità della rete sia un’opportunità di crescita e non sia un rischio.