Marinella Arcidiacono, candidata del Premio Giornalistico Alessandra Bisceglia si apre la nostra intervista presentandosi così: “vivo queste mie prime trentatré primavere con la gioia nel cuore pur consapevole delle insidie possibili. Amo la mia famiglia, scrivere, il mare, viaggiare e dipingere. Agisco nel mio piccolo per “essere il cambiamento che vorrei vedere nel mondo” e lo faccio attraverso l’agire, le parole scritte e parlate.” Altrettanto diretta e incisiva è nel rispondere alle nostre domande.
Partecipare a un Premio Giornalistico di un tema così specifico è stata una sfida?
Sì, nella mia personale visione di “sfida” come rottura di schemi. Credo che si dovrebbe dare più spazio, in termini giornalistici, ai buoni esempi da imitare e alle buone prassi che creano valore personale e sociale. La storia di Nhaima, può rappresentare una possibilità di riflessione e al contempo di azione verso un reale cambiamento di prospettiva sia in termini di “umanità” sia di disabilità e cultura.
Comunicazione Sociale: è un tema che trova spazio sulle testate?
La comunicazione sociale, trova “relativamente” spazio sulle testate. A dicembre, dopo aver conseguito un master in comunicazione sociale, ho deciso di creare #riflettorisulsociale, rubrica mensile cartacea e on line, attraverso cui racconto storie, progetti, esperienze, eventi che girano attorno al variopinto mondo del sociale. C’è “fame” di reale solidarietà, buone notizie, del bello genuino, di supportare la speranza con umanità, pianificazione, progettazione, affidabilità e concretezza.
Le parole, in un tema come quello del PGAB, si scelgono o sono già scelte?
Si scelgono con responsabilità di volta in volta.
Le notizie devono essere sempre nuove?
Ogni notizia è “unica” così come la modalità di osservarla, ascoltarla, descriverla.
Le testate, oggi, secondo te sono prodotti commerciali o servizi pubblici?
Sono entrambe le cose. Ogni giornalista è prima ancora “risorsa umana” con una grande responsabilità sociale e con un grande potere in mano e come tale, può fare la differenza e scegliere su “cosa” scrivere ma soprattutto “come” scrivere.
Chi è oggi, secondo te, un buon giornalista?
Un buon giornalista è colui che è mosso da vocazione, sete di verità, valori e credenze universali; chi sa entrare nel cuore della notizia e riesce a raccontarla così com’è.
Il buon giornalista è il testimone fedele, colui che sa ascoltare in maniera globale e discernere fatti da opinioni, scrutandone ogni elemento a 360° al fine di attestare e creare valore sociale.
Il buon giornalista è un ponte tra il fatto, il suo sé e la coscienza del mondo.