Intervista a Simona Berterame

  1. Un Premio Giornalistico può realmente sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema così specifico?
    Assolutamente sì, può essere uno stimolo per cercare di fare sempre meglio e cercare di raccontare un argomento magari poco conosciuto.
  2. Qual è la storia o il caso che hai raccontato che ti ha segnato di più?
    Trovo veramente difficile scegliere una sola storia tra tante quindi scelgo un argomento: i disturbi alimentari. Ho ascoltato e raccontato tantissime storie di ragazze e ragazzi con Dca e trovo che oggi sia ancora più necessario fare informazione su queste patologie, sempre più diffuse tra i giovanissimi.
  3. È possibile raccontare la sofferenza senza rinunciare all’oggettività?
    Sì, la vera sfida è riuscire a rimanere professionali e non farsi coinvolgere troppo dalle storie che incontriamo. Questo non vuol dire essere freddi e insensibili ma solo riuscire a non farsi travolgere dalla sofferenza
  4. La Comunicazione Sociale è un tema che trova spazio sulle testate?
    Sicuramente sì, lo spazio potrebbe essere maggiore e spesso l’argomento non è trattato con la delicatezza e la competenza necessaria ma il tema viene trattato. Lo spazio c’è anche in un’informazione spesso troppo monotematica, basta trovare la giusta chiave.
  5. Secondo te bisogna raccontare notizie sempre nuove?
    Non sempre. Anche le storie “datate” meritano spesso una possibilità, dandogli magari un taglio diverso o più in generale per aumentare la platea di persone che conosceranno l’argomento. Le ricorrenze e gli anniversari sono occasioni per stimolare la memoria storica soprattutto rivolgendosi ai più giovani
  6. Le testate, oggi, secondo te sono prodotti commerciali o servizi pubblici?
    Le testate dovrebbero essere servizi pubblici ma inutile nascondere che un l’elemento commerciale c’è e si fa sentire molto spesso.
    La sfida più grande è riuscire a fare coesistere questi due elementi cercando di far prevalere sempre l’importanza dell’informazione su tutto, anche sul profitto.
  7. È possibile fare informazione su tematiche sensibili senza creare allarmismi?
    Anche in questo caso la linea tra allarmismo e sottovalutazione è sottile e la bravura del cronista sta tutta nel riuscire a bilanciare al meglio tutti gli elementi per dare un prodotto finale più completo possibile, senza cadere nella trappola del racconto sensazionalista
  8. Come sei venuto a conoscenza del Premio?
    Conosco e seguo questo Premio da diverso tempo e l’ho scoperto su Facebook