Intervista a Sara Fiumefreddo

Sara Fiumefreddo, 20 anni, nata e residente a Molfetta (BA), il 01/02/2001, ha frequentato il Liceo Classico Leonardo da Vinci di Molfetta, dove ha potuto approfondire la cultura umanistica in tutti i suoi aspetti, per poi iscriversi, nell’anno accademico 2019/2020, al corso di laurea triennale in Scienze della Comunicazione all’Università degli studi di Bari Aldo Moro. Dal 2016 ha collaborato con il periodico mensile Quindici Molfetta e con il quotidiano Quindici on-line. A giugno 2020 è diventata giornalista pubblicista.

 

  1. È una sfida partecipare a un Premio Giornalistico di un tema così specifico?

Partecipare ad un Premio Giornalistico di un tema così specifico rappresenta una sfida, ma soprattutto un arricchimento.

  1. Qual è la storia o il caso che hai raccontato che ti ha segnato di più?

La storia che ho raccontato che mi ha segnata maggiormente riguarda la testimonianza di Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato Paolo Borsellino e ospite di un’assemblea di istituto organizzata dal mio istituto superiore, il Liceo Classico “Leonardo da Vinci” di Molfetta.

  1. Cosa può e/o deve essere oggetto di informazione?

Oggetto d’informazione è tutto ciò che ha rilevanza sociale e risponde al criterio dell’interesse pubblico. 

  1. La Comunicazione Sociale è un tema che trova spazio sulle testate?

A mio parere sì. Negli ultimi anni, in linea con le politiche europee, si dà sempre più spazio a questo aspetto della Comunicazione. 

  1. Quali gli effetti dei Mass Media e New Media sulla comunicazione sociale?

I mass media e i new media possono rappresentare un’ottima opportunità per la diffusione ad ampio respiro di notizie sociali. Un abuso degli stessi è una delle principali cause di disinformazione.

  1. Esistono parole “giuste” per trattare la Comunicazione?

Nella Comunicazione esistono parole per trattare la verità.

  1. Le notizie da divulgare e raccontare devono essere sempre nuove?

In generale, la risposta è affermativa, specie se si tratta di testate telematiche che devono pubblicare le notizie in tempo reale. La risposta può variare per quel che concerne i periodici.

  1. Le testate, oggi, secondo te sono prodotti commerciali o servizi pubblici?

Non tutte. La serietà e la qualità dell’informazione si distinguono ancora.

  1. Che significa essere un buon giornalista?

Essere un buon giornalista significa coltivare l’amore per la professione, e in particolare per la verità, in qualsiasi circostanza.

  1. Come sei venuto a conoscenza del Premio?

Sono venuta a conoscenza del Premio attraverso una ricerca sui motori di ricerca inerente a premi destinati ai giornalisti.

 

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