- È una sfida partecipare a un Premio Giornalistico di un tema così specifico?
Per me non è una vera e propria sfida, ma un’opportunità per far conoscere e diffondere le tante associazioni che aiutano a vivere a tante persone con la speranza e i sorrisi in più.
- Qual è la storia o il caso che hai raccontato che ti ha segnato di più?
Una delle storie che mi ha colpito di più è quella di Sinisa Mihajlovic, allenatore del Bologna calcio, colpito dalla leucemia melodie acuta e che dopo vari cicli di chemioterapia e trapianto di midollo osseo, è tornato sulla panchina della squadra che allena con forza e determinazione dando così coraggio a tante persone che lottano contro questa malattia. Sento di essere vicina e comprendere tante situazioni perché anche io sono monitorata e seguita dal team dell’ospedale oncologico ematologico di Bari per una lieve patologia.
- Cosa può e/o deve essere oggetto di informazione?
Tutte queste situazioni elencate devono essere divulgate rispettando la privacy dei pazienti e delle persone affette da varie patologie e handicap. Vanno condivise per poter dare un contributo fondamentale alla cura, prevenzione e aiuto post diagnosi. Gli oggetti di informazione possono essere le vite quotidiane delle persone affette da qualche patologia, come vivono e come affrontano la malattia, la cura e il dopo.
- La Comunicazione Sociale è un tema che trova spazio sulle testate? Esistono parole “giuste” per parlarne?
La comunicazione sociale non trova molto spazio nelle testate, ma solo in quelle specifiche. Non esistono parole giuste per promuovere i diritti, la giustizia, e soprattutto divulgare le difficoltà in questa società. La solidarietà sociale va condivisa e diffusa attraverso idee, significati e valori.
- Le notizie da divulgare e raccontare devono essere sempre nuove?
Le notizie che devono essere pubblicate devono avere sempre un collegamento temporale ad un avvenimento attuale.
- Le testate, oggi, secondo te sono prodotti commerciali o servizi pubblici?
Attualmente le testate sono influenzate dalla pubblicità e dalle aziende che le finanziano, soprattutto a causa del passaggio dalla carta stampata al digitale.
- Che significa, secondo te, essere un buon giornalista?
Essere un buon giornalista significa voler divulgare in qualsiasi forma la verità, interpretandola e raccontandola, con la giusta formazione e con la conoscenza della deontologia che non vada mai a danneggiare inutilmente nessuno.
- Come sei venuto a conoscenza del Premio?
Frequentando il master in giornalismo di Bari e, visitando la pagina dell’Ordine dei Giornalisti, mi sono accorta della bellissima iniziativa del Premio Bisceglia.