Filippo Gozzo nasce il 14 maggio 1996 a Ferrara. Appassionato di sport, soprattutto di calcio, scopre il giornalismo al liceo, quando partecipa alla redazione del giornalino d’istituto. Nel 2018 si laurea in Lingue, Civiltà e Scienze del Linguaggio all’Università Ca’ Foscari di Venezia, con una tesi sulle presidenze Chávez e Maduro in Venezuela. Nel 2020 ottiene la laurea magistrale in Politiche Europee e Internazionali all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, con una tesi sulle relazioni diplomatiche tra le dittature sudamericane degli anni ’70 e la presidenza Nixon negli Stati Uniti. Sempre nello stesso anno svolge un periodo di stage presso le trasmissioni di cronaca e informazione di Telelombardia. Vive da 3 anni a Milano e oggi è giornalista praticante. Frequenta la Scuola di Giornalismo Walter Tobagi e scrive sul suo blog personale di approfondimento sportivo “Var Sport”.
- È una sfida partecipare a un Premio Giornalistico di un tema così specifico?
Non è una sfida, è un impegno sociale. Se si scrive di questo tema in modo naturale, sentito e coinvolto, non è mai un peso o una difficoltà.
- Qual è la storia o il caso che hai raccontato che ti ha segnato di più?
Probabilmente proprio il caso che presento per il Premio. È stata una fortuna poter parlare con chi, ogni giorno, sostiene, aiuta a crescere, coinvolge ragazzi con disabilità cognitive e gli trasmette la passione per lo sport e l’importanza del gruppo. È un’esperienza che fa comprendere quanto sia essenziale non dimenticarci degli altri.
- Cosa può e/o deve essere oggetto di informazione?
Qualsiasi cosa che incida sulla vita delle persone, sia in senso positivo che in quello negativo. Ci devono essere limiti, ma non si può privare il lettore della conoscenza di ciò che lo circonda.
- La Comunicazione Sociale è un tema che trova spazio sulle testate?
Non a sufficienza. Spesso si privilegiano altri argomenti e la Comunicazione Sociale viene relegata in fondo ai quotidiani. Per fortuna esistono riviste che mettono in risalto tematiche sociali.
- Quali gli effetti dei Mass Media e New Media sulla comunicazione sociale?
Con l’arrivo dei Mass e New Media è cambiato il modo di fare comunicazione sociale. L’impatto visivo delle tematiche affrontate rende l’argomento più “emotivamente” interessante, profondo e comprensibile. L’utilizzo di campagne pubblicitarie influisce in modo sempre maggiore sullo sviluppo di determinati argomenti, comportamenti e atteggiamenti. Porta all’attenzione del lettore o dell’ascoltatore tematiche che possono sembrare lontane se non lo coinvolgono direttamente.
- Esistono parole “giuste” per trattare la Comunicazione?
L’importante è che i concetti siano giusti e affrontati nel modo più corretto possibile. Certo è che esistono termini appropriati, più sensibili e indicati per parlare di alcuni argomenti. Ma fondamentale è il rispetto dei soggetti di cui si sta raccontando la storia.
- Le notizie da divulgare e raccontare devono essere sempre nuove?
Non necessariamente. A volte si possono affrontare le stesse notizie da angolature differenti, attraverso spunti originali che possano fornire una visione d’insieme, anche alternativa, della notizia trattata. In ogni notizia ci sarebbe sempre qualcosa in più da dire di quello che si scrive e si racconta.
- Le testate, oggi, secondo te sono prodotti commerciali o servizi pubblici?
Le testate sono prodotti commerciali che svolgono un servizio pubblico. Il problema sorge quando gli interessi economici che derivano dal prodotto influenzano il servizio che la testata svolge a livello sociale. In questi casi prevale la componente economica rispetto a quella sociale.
- Che significa essere un buon giornalista?
Un buon giornalista ha il compito di informare il lettore in modo completo, semplice, coerente ed efficace. Deve essere bravo a mettere a conoscenza il pubblico di quello che potrebbe interessargli. I giudizi, le opinioni, le idee sono innate nel mestiere del giornalista, non si può pretendere che comunichi in modo totalmente asettico. Ma deve saper discernere tra un’opinione d’interesse o meno del lettore.
- Come sei venuto a conoscenza del Premio?
Tramite una comunicazione della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi di Milano.