Giuseppe Facchini è un giornalista professionista freelance. Corrispondente da Bologna per Fanpage.it e RiciclaTv, collabora con il Corriere della Sera-Bologna e AlaNews ed è direttore responsabile di Teatro Magazine. In passato ha diretto Parmanews24 ed ha collaborato con la Gazzetta di Parma, La7, ParmaSera, Pubblico, Fps Media, Radio Città Fujiko, l’altra Molfetta. Autore del libro “Elvio Ubaldi, la politica nel destino” (2014 Parma, Ed. Battei), è anche vincitore nel 2015 del “Premio Marco Nozza, giornalismo investigativo e d’informazione critica”.
Partecipare a un Premio Giornalistico di un tema così specifico è stata una sfida?
Sì, è una sfida personale ma anche importante per tutto il giornalismo che così può confrontarsi sul modo di comunicare temi di questo genere.
La Comunicazione Sociale: è un tema che trova spazio sulle testate?
Io credo di sì. Chiaramente ci sono testate che dedicato più spazio di altre a certe tematiche, ma in generale mi pare che la comunicazione sociale riesca a ritagliarsi un buon posizionamento sulla stampa, in tv o sul web.
Le parole, in un tema come quello del PGAB, si scelgono o sono già scelte?
Le parole in temi come questo si scelgono perché è importante usare quelle corrette quando si affrontano argomenti di cui non tutti sono esattamente a conoscenza.
Le notizie devono essere sempre nuove?
In linea generale decisamente sì, ma quando si parla di certi temi forse non devono essere necessariamente nuove: ogni storia è a sé.
Le testate, oggi, secondo te sono prodotti commerciali o servizi pubblici?
Sono un romantico del giornalismo e continuo a pensare che il nostro sia un servizio di pubblica utilità, anche se chiaramente le logiche del mercato stanno cambiando tante cose.
Chi è oggi, secondo te, un buon giornalista?
Devo fare un nome? Spero di no. Dirò che un buon giornalista è quello che rispetta le regole basi della professione (etiche e di scrittura/montaggio) e che riesce ancora a stupirsi.