Intervista a Anna Piscopo

Anna Piscopo di quasi 30 anni è una giornalista pubblicista, ora praticante al master in giornalismo dell’Università di Bari. “Sono un uomo e tutto quello che ha a che fare con l’essere umano mi riguarda”: questa frase del commediografo romano Terenzio racchiude il suo modo di guardare la vita. Laureata in lettere a Bari, poi in editoria e giornalismo a Roma, ha avuto alcune esperienze come addetto stampa e responsabile della comunicazione di un’associazione di categoria. Tra le sue passioni ci sono la politica, la cronaca, la poesia, la musica, lo sport, il cinema italiano, il mare. Parla il francese e un poco di inglese. Ama unire con le parole mondi che sembrano distanti.

 

Partecipare a un Premio Giornalistico di un tema così specifico è stata una sfida?

Assolutamente sì.

 La Comunicazione Sociale: è un tema che trova spazio sulle testate?

Non abbastanza.

 Le parole, in un tema come quello del PGAB, si scelgono o sono già scelte?

Si scelgono tra quelle già scelte. Dobbiamo essere compresi da chi ci legge.

 Le notizie devono essere sempre nuove?

Non necessariamente. Devono essere nuovi il modo e lo stile con cui vengono trattate.

 Le testate, oggi, secondo te sono prodotti commerciali o servizi pubblici?

Sono prodotti commerciali “travestiti” da servizi pubblici. Bisognerebbe puntare su qualcosa che vada oltre la superficie.

 Chi è oggi, secondo te, un buon giornalista?

Chi è curioso, empatico e credibile.

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