- Un Premio Giornalistico può realmente sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema così specifico?
Assolutamente sì, può essere uno stimolo per cercare di fare sempre meglio e cercare di raccontare un argomento magari poco conosciuto. - Qual è la storia o il caso che hai raccontato che ti ha segnato di più?
Trovo veramente difficile scegliere una sola storia tra tante quindi scelgo un argomento: i disturbi alimentari. Ho ascoltato e raccontato tantissime storie di ragazze e ragazzi con Dca e trovo che oggi sia ancora più necessario fare informazione su queste patologie, sempre più diffuse tra i giovanissimi. - È possibile raccontare la sofferenza senza rinunciare all’oggettività?
Sì, la vera sfida è riuscire a rimanere professionali e non farsi coinvolgere troppo dalle storie che incontriamo. Questo non vuol dire essere freddi e insensibili ma solo riuscire a non farsi travolgere dalla sofferenza - La Comunicazione Sociale è un tema che trova spazio sulle testate?
Sicuramente sì, lo spazio potrebbe essere maggiore e spesso l’argomento non è trattato con la delicatezza e la competenza necessaria ma il tema viene trattato. Lo spazio c’è anche in un’informazione spesso troppo monotematica, basta trovare la giusta chiave. - Secondo te bisogna raccontare notizie sempre nuove?
Non sempre. Anche le storie “datate” meritano spesso una possibilità, dandogli magari un taglio diverso o più in generale per aumentare la platea di persone che conosceranno l’argomento. Le ricorrenze e gli anniversari sono occasioni per stimolare la memoria storica soprattutto rivolgendosi ai più giovani - Le testate, oggi, secondo te sono prodotti commerciali o servizi pubblici?
Le testate dovrebbero essere servizi pubblici ma inutile nascondere che un l’elemento commerciale c’è e si fa sentire molto spesso.
La sfida più grande è riuscire a fare coesistere questi due elementi cercando di far prevalere sempre l’importanza dell’informazione su tutto, anche sul profitto. - È possibile fare informazione su tematiche sensibili senza creare allarmismi?
Anche in questo caso la linea tra allarmismo e sottovalutazione è sottile e la bravura del cronista sta tutta nel riuscire a bilanciare al meglio tutti gli elementi per dare un prodotto finale più completo possibile, senza cadere nella trappola del racconto sensazionalista - Come sei venuto a conoscenza del Premio?
Conosco e seguo questo Premio da diverso tempo e l’ho scoperto su Facebook
Categoria: Settima edizione
Intervista a Laura Alteri
- Un Premio Giornalistico può realmente sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema così specifico?
Certamente. Mettendo in risalto il buon lavoro dei giornalisti su temi come le malattie rare, la disabilità e la lotta alle discriminazioni dei fragili, un premio giornalistico focalizza maggiormente l’attenzione dei media e dei lettori su un argomento specifico. Diventa così una cassa di risonanza per quei temi sociali molte volte trascurati a favore del sensazionalismo e della cronaca nera. - Qual è la storia o il caso che hai raccontato che ti ha segnato di più?
Oltre all’Orto psichiatrico, di cui parlo nell’articolo candidato al Premio, un’altra storia positiva che mi ha segnato è quella di Sofia, una quattordicenne paraplegica che aveva bisogno urgentemente di un ascensore nel suo palazzo. Grazie al tam tam generato dal mio articolo che raccontava il disagio che lei viveva quotidianamente, i genitori di Sofia sono riusciti ad avviare una raccolta fondi e a raggiungere la quota necessaria all’acquisto dell’ascensore. Presto la giovane avrà finalmente la possibilità di uscire da casa. - È possibile raccontare la sofferenza senza rinunciare all’oggettività?
Non è sempre semplice separare l’emotività dal nostro dovere di cronaca. La capacità di un bravo giornalista però deve essere proprio quella di saper raccontare i fatti con lucidità, ma con la giusta dose di sensibilità. Nella comunicazione giornalistica è importante raccontare la realtà in modo onesto, ma è anche giusto trasmettere le emozioni e sensibilizzare i lettori attraverso le nostre parole. - La Comunicazione Sociale è un tema che trova spazio sulle testate?
In quei giornali che sono concentrati su sensazionalismo e clickbait, un tema sociale probabilmente avrebbe uno spazio ridotto. Fortunatamente però non è la regola ovunque: i temi sociali vengono infatti trattati dai giornalisti che hanno a cuore la diffusione di notizie giuste e inclusive. È il giornalista stesso che fa la differenza quando lavora seguendo la sua sensibilità dando maggiore risalto a tematiche che avvicinano la comunità. - Secondo te bisogna raccontare notizie sempre nuove?
Compito del giornalista è quello di essere sempre aggiornato e in prima linea sulle tematiche di maggiore interesse pubblico. È importante però ritornare anche su notizie già diffuse, per completarne il racconto nel modo più puntuale e preciso possibile. Ovviamente, sempre nel rispetto della verità, perciò senza cercare le notizie dove non ci sono o peggio aggiungendo elementi non reali. - Le testate, oggi, secondo te sono prodotti commerciali o servizi pubblici?
Dipende dalla testata. C’è chi segue una linea editoriale palesemente più commerciale, dando spazio ai trend del momento, e chi invece segue un altro percorso più incentrato sull’informazione pubblica. - È possibile fare informazione su tematiche sensibili senza creare allarmismi?
Dipende dal modo in cui viene riportata una notizia e dalle parole che il giornalista sceglie di usare. Si può raccontare una storia, anche difficile, senza calcare troppo la mano su dettagli che possono scatenare preoccupazioni e reazioni esagerate nei lettori. L’importante è attenersi ai fatti, sempre. - Come sei venuto a conoscenza del Premio?
Ho trovato le informazioni sul Premio direttamente sul sito FNSI Federazione Nazionale Stampa Italiana.
Premio Giornalistico Alessandra Bisceglia, si è riunito a marzo il Comitato promotore
Per fare il punto sul lavoro finora svolto e per discutere di eventuali nuove idee e di suggerimenti per proseguire le attività, il 17 marzo scorso si è riunito, in videoconferenza, il Comitato promotore del Premio Giornalistico Alessandra Bisceglia. Tra i punti all’ordine del giorno, le proposte per
una maggiore diffusione del bando, le collaborazioni, i patrocini e media-partnership richiesti, le candidature al concorso e l’organizzazione
dell’evento di premiazione. Il Premio Giornalistico Alessandra Bisceglia per la comunicazione sociale è giunto alla settima edizione. Il concorso è suddiviso come sempre in tre categorie, ma la loro articolazione è stata quest’anno modificata per andare incontro alle evoluzioni del giornalismo.
Le sezioni sono le seguenti: servizi radio-televisivi; articoli su agenzie di stampa, quotidiani e periodici; servizi, articoli, podcast e multimediali sul web. L’importante novità della settima edizione è proprio l’apertura ai podcast, registrazioni scaricabili o ascoltabili sul web o su strumenti tecnologici di uso comune come gli smartphone, che si stanno facendo largo sempre di più nel mondo del giornalismo e della comunicazione.
Per ulteriori dettagli basta cliccare sul seguente link: Bando VII edizione – Premio Giornalistico Alessandra Bisceglia.
Comunicato stampa: Il Premio giornalistico Alessandra Bisceglia su malattie rare e integrazione apre anche ai podcast
11 novembre 2022
COMUNICATO STAMPA
“Il Premio giornalistico Alessandra Bisceglia su malattie rare e integrazione apre anche ai podcast”
Pubblicato il bando per la settima edizione del concorso, rivolto ai giornalisti di età non superiore ai 35 anni. Le candidature dovranno essere presentate entro il 30 aprile 2023. In palio tre premi da mille euro ciascuno, ma saranno assegnati anche riconoscimenti speciali
Con la pubblicazione del bando avvenuta in queste ore, ritorna il Premio Giornalistico Alessandra Bisceglia per la comunicazione sociale, che per l’edizione 2023 – la settima dalla sua istituzione – si presenta con una significativa apertura alle nuove multimedialità. Il concorso – dedicato alla memoria di Alessandra Bisceglia, la giornalista lucana scomparsa nel 2008 a 27 anni per una patologia vascolare rarissima – è promosso dalla Fondazione a lei intitolata e dall’Università Lumsa di Roma ed è rivolto a giornalisti pubblicisti o professionisti di età non superiore ai 35 anni e ai giovani che frequentano scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine nazionale. L’obiettivo è quello di stimolare l’impegno dei giovani giornalisti “per una diffusione della comunicazione sociale sulle malattie rare, con particolare attenzione all’evidenza scientifica e all’equità nell’accesso alla cura e sulle pratiche di integrazione per le persone diversamente abili, testimoniate da episodi che esprimono etica solidale e senso civico”. Il concorso è suddiviso come sempre in tre categorie, ma la loro articolazione è stata quest’anno modificata per andare incontro alle evoluzioni del giornalismo. Le sezioni sono le seguenti: servizi radio-televisivi; articoli su agenzie di stampa, quotidiani e periodici; servizi, articoli, podcast e multimediali sul web. L’importante novità della settima edizione è proprio l’apertura ai podcast, registrazioni scaricabili o ascoltabili sul web o su strumenti tecnologici di uso comune come gli smartphone, che si stanno facendo largo sempre di più nel mondo del giornalismo e della comunicazione. Per partecipare i candidati dovranno inviare a mezzo raccomandata o via posta elettronica – entro il 30 aprile 2023 e secondo le modalità indicate nel bando, consultabile e scaricabile sul sito internet della Fondazione Alessandra Bisceglia – articoli o servizi pubblicati o trasmessi nel periodo compreso fra il primo marzo 2022 e lo stesso giorno del 2023. La dotazione del Premio è di tremila euro, da dividere in tre premi dal valore di mille euro, assegnati ai vincitori di ciascuna sezione. Previsto, inoltre, un riconoscimento speciale alle testate giornalistiche che si sono distinte nello sviluppo dei temi del bando. L’assegnazione dei premi, che saranno consegnati in una cerimonia che si terrà entro il mese di ottobre del 2023, sarà determinata da una giuria composta da rappresentanti dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, della Lumsa, del Vicariato, dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), da giornalisti e soci della Fondazione “Alessandra Bisceglia”.