Alessio Viscardi è un reporter video e fotografo nato e cresciuto nella periferia di Napoli. Ha collaborato con Il Fatto Quotidiano, Il Corriere della Sera, L’Espresso e le agenzie stampa LaPresse e H24. Ha Diretto il progetto “Cittadini Giornalisti” e ha portato a termine il primo esperimento di giornalismo partecipativo d’inchiesta finanziato dal basso e pubblicato su L’Espresso: “Discarica Vesuvio”. Nel 2015 ha trovato l’elipista da cui era partito l’elicottero del funerale-show dei Casamonica a Roma. Nel 2016 ha mostrato i brogli durante le primarie del Pd a Napoli e durante le elezioni comunali.Vincitore del Premio Giornalistico Enzo Rossi 2019 con il servizio: “Il mare negato di Ostia: così gli stabilimenti hanno occupato le spiagge”. Lavora per Fanpage.it.
Partecipare a un Premio Giornalistico di un tema così specifico è stata una sfida?
È stata una sfida che cerco di raccogliere tutti i giorni col mio lavoro, dedicando sempre attenzione a temi come il superamento degli ostacoli posti dalla disabilità.
La Comunicazione Sociale: è un tema che trova spazio sulle testate?
Non su tutte le testate, ma il tema è anche come se ne parla: spesso ci si lascia andare nella denuncia fine a sé stessa e non si mostrano le buone pratiche.
Le parole, in un tema come quello del PGAB, si scelgono o sono già scelte?
Le parole si scelgono, ma sono -in un certo senso- inevitabili
Le notizie devono essere sempre nuove?
Le notizie nuove possono diventare una trappola che ci porta a correre sempre verso qualcosa, senza avere il tempo di soffermarsi sulle storie e scavare a fondo i temi
Le testate, oggi, secondo te sono prodotti commerciali o servizi pubblici?
La maggior parte sono prodotti commerciali che vengono qualsiasi cosa la gente sia disposta a credere
Chi è oggi, secondo te, un buon giornalista?
Ce ne sono parecchi, molti scrivono rischiano in prima persona denunciando mafia, camorra e ‘ndrangheta senza mai salire alla ribalta del giornalismo-vip, penso ad esempio ad Alessia Candito in Calabria.