Intervista a Maria Carmela Drago

  1. Un Premio Giornalistico può realmente sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema così specifico?

Si, un Premio Giornalistico può di certo porre l’attenzione su un tema specifico, in questo caso la promozione di tematiche che riguardano tutti noi, favorire la conoscenza, la solidarietà e la sensibilità verso le tematiche sociali.

2. Qual è la storia o il caso che hai raccontato che ti ha segnato di più?

Ho avuto la fortuna di entrare in contatto con tante persone e ascoltare tante storie di vita vera, come amo definirle, di dolore ma anche di chi è riuscito a convertire il proprio dolore in speranza, in aiuto verso gli altri. La storia che mi ha segnata decisamente di più è sicuramente quella che voglio far conoscere attraverso questo Premio, è la storia di Daniele che non si è mai arreso di fronte alla sua malattia che lo ha costretto su una sedia a rotelle, di fronte a tutte quelle barriere mentali e architettoniche lungo la strada del suo cammino. Ma potrei anche raccontare la storia di Roberta Macrì, giovane in carrozzina di Barcellona Pozzo di Gotto, nel messinese, insignita proprio quest’anno, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica. Il suo impegno sociale quotidiano, a seguito di un incidente che l’ha resa paraplegica, la sua forza, il coraggio sono da stimolo e vero esempio per tanti che soffrono ma che non smettono mai di pensare che la vita è vita e che va vissuta intensamente ogni attimo.

3. È possibile raccontare la sofferenza senza rinunciare all’oggettività?

Credo che il tema centrale del nostro lavoro sia raccontare con oggettività la sofferenza. Una sofferenza che esiste, è reale, che è parte integrante della vita di ognuno di noi. Parlare, scrivere con oggettività è rendere pubblico, indirizzare alla consapevolezza, affinché si attuino le misure e i percorsi utili verso chi ha bisogno.

4. La Comunicazione Sociale è un tema che trova spazio sulle testate?

La Comunicazione sociale trova spazio ma potrebbe trovarne ancora di più. Attraverso la Comunicazione Sociale entriamo in contatto con mondi a volte molto lontani dalla nostra realtà ma che ci aiutano a comprendere meglio il mondo in cui viviamo, la profondità della realtà con cui ogni giorno ci confrontiamo.

5. Secondo te bisogna raccontare notizie sempre nuove?

È sicuramente molto stimolante raccontare notizie sempre nuove ma a mio avviso è importante seguire i casi e le storie per mantenere viva l’attenzione degli utenti e continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica.

6. Le testate, oggi, secondo te sono prodotti commerciali o servizi pubblici?

Credo che ci siano testate commerciali ma anche testate che si occupino di servizio pubblico.

7. È possibile fare informazione su tematiche sensibili senza creare allarmismi?

È necessario fare informazione senza creare allarmismi. Riuscire ad affrontare temi difficili con la giusta sensibilità. Il compito del giornalista è un compito difficile ma è fondamentale per noi avere il giusto approccio verso chi si appresta a raccontare la propria storia e verso chi invece ascolterà quella storia.

8. Come sei venuto a conoscenza del Premio?

Da quando ho iniziato a scrivere ho sempre avuto questa missione: raccontare storie di vita vera. Ho la fortuna di lavorare per un’emittente che ha fondato la propria linea editoriale sulla comunicazione sociale. Girando sul web ho conosciuto Alessandra Bisceglia e il premio, sono rimasta colpita dalla sua storia di forza, di coraggio. Una storia che mi rende in linea con il suo pensiero, con i suoi obiettivi, e a cui ispirarmi in questo progetto che nel mio piccolo vorrei portare avanti: far conoscere le storie di chi purtroppo vive la sofferenza ma che ogni giorno converte la propria sofferenza in aiuto concreto verso gli altri, in speranza.