Intervista ad Arianna Sironi

  1. È una sfida partecipare a un Premio Giornalistico di un tema così specifico?

Certamente è una sfida e un modo per mettersi in gioco con colleghi che arrivano da realtà tutte diverse.

  1. Qual è la storia o il caso che hai raccontato che ti ha segnato di più?

Sono tante le storie che mi hanno colpita in diversi modi. Una di queste è sicuramente quella di una ragazza poco più che ventenne che, dopo un lungo percorso di cure, ha perso la mamma. Nonostante l’immenso dolore della perdita ha saputo trasformare il suo dramma in qualcosa di positivo per gli altri: ricordando il periodo in cui la mamma era stata salvata da una donazione di sangue, lei stessa ha deciso di diventare donatrice.

  1. Cosa può e/o deve essere oggetto di informazione?

Tutto ciò che è di interesse pubblico può essere oggetto di informazione. Gli argomenti sono i più disparati: dalle notizie di politica ai fatti di cronaca, passando per le storie delle singole persone.

  1. La Comunicazione Sociale è un tema che trova spazio sulle testate? Esistono parole “giuste” per parlarne?

Scrivendo un articolo in cui si parlava di Briantea 84, società sportiva paralimpica, mi  è stato sottolineato quanto fosse importante per loro far passare il messaggio di essere semplicemente degli atleti, come tutti gli altri, e non degli eroi nella vita perché, nonostante le loro difficoltà motorie, praticano sport. Le parole giuste sono sempre nel rispetto di chi ci racconta la sua storia, con tematiche sociali serve avere la capacità di ascoltare con ancora più attenzione, aggiungendoci delicatezza e umanità.

Penso che quello della comunicazione sociale sia un tema che trova spazio nelle testate ma meriterebbe di averne ancora di più e con maggiori approfondimenti.

  1. Le notizie da divulgare e raccontare devono essere sempre nuove?

Per esigenze giornalistiche avere un’esclusiva è sempre importante. Credo però che un giornalista debba avere il compito di raccontare in maniera puntuale e dettagliata, verificando le proprie fonti e con più approfondimenti possibili, ogni notizia che meriti attenzione, anche se già scritta su altri giornali. Osservando con attenzione, si può sempre trovare qualcosa di nuovo anche in notizie già raccontate.

  1. Le testate, oggi, secondo te sono prodotti commerciali o servizi pubblici?

Una testata è un prodotto commerciale in quanto ha bisogno di vendere per funzionare, ma deve anche fare servizio pubblico per informare il lettore. A volte l’equilibrio può essere complicato e mette davanti a decisioni difficili.

  1. Che significa, secondo te, essere un buon giornalista?

Significa due cose principalmente: restare fedeli a chi ci racconta le notizie e ai nostri lettori.

  1. Come sei venuto a conoscenza del Premio?

Sono venuta a conoscenza del Premio grazie all’interessante newsletter “Lavori per chi scrive” di Cristiana Bedei.  

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