Intervista a Chiara Curci e Nicole Cascione

  1. È una sfida partecipare a un Premio Giornalistico di un tema così specifico?

Sì, riteniamo che sia una bella sfida, perchè può dare valore aggiunto al lavoro che svolgiamo quotidianamente, ma anche perchè attraverso reportage come questi, si riesce dare voce ai più deboli.

  1. Qual è la storia o il caso che hai raccontato che ti ha segnato di più?

Nicole Cascione: per me, la strage ferroviaria avvenuta il 12 luglio 2016, tra Andria e Corato, dove persero la vita 23 persone.

Chiara Curci: per me, la storia di Santa Scorese, primo caso dichiarato di femminicidio in Puglia, uccida da un uomo che l’aveva perseguitata per anni.

  1. Cosa può e/o deve essere oggetto di informazione?

Tutto quello che ha un interesse pubblico e anche tutte quelle storie meno conosciute, ma che hanno un’utilità per l’intera comunità.

  1. La Comunicazione Sociale è un tema che trova spazio sulle testate? Esistono parole “giuste” per parlarne?

Sì, trova spazio sia nelle emittenti che sui quotidiani nazionali e locali. Esistono parole giuste e soprattutto corrette per poter parlare di determinate problematiche che, in primis, riguardano persone, con una sensibilità da tutelare.

  1. Le notizie da divulgare e raccontare devono essere sempre nuove?

Non necessariamente, perché in ogni storia si può trovare un aspetto nuovo da approfondire e da raccontare, che quindi rende la notizia sempre attuale.

  1. Le testate, oggi, secondo te sono prodotti commerciali o servizi pubblici?

Purtroppo non essendoci quasi più editori puri, la maggior parte delle testate (in particolare quelle locali), si avvicinano sotto alcuni aspetti a prodotti commerciali. Le realtà più grandi, al contrario, riescono a mantenere quell’identità di servizio pubblico.

  1. Che significa, secondo te, essere un buon giornalista?

Per noi, in primis, significa saper raccontare la verità, utilizzando un linguaggio semplice, che sappia arrivare a tutti. E soprattutto significa farlo senza condizionamenti. Il buon giornalista è anche colui che riesce, attraverso le sue inchieste e le storie che racconta, a sviluppare la coscienza critica nei lettori e negli spettatori.

  1. Come sei venuto a conoscenza del Premio?

Il nostro direttore responsabile, Rossella Tosto, ci ha parlato del premio Alessandra Bisceglia”, invitandoci a partecipare con un nostro lavoro.

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