Intervista a Alice Possidente

Alice Possidente, dopo il diploma di maturità scientifica, conseguito nel 2011, dalla Basilicata si trasferisce a Bologna, dove si iscrive alla facoltà di Lettere moderne. Nel 2014, attraverso il programma Erasmus placement, svolge in Scozia un tirocinio di tre mesi presso L’Istituto Italiano di Cultura di Edimburgo. Si laurea nel novembre 2015 con una tesi in letteratura italiana dal titolo “Viaggio nella letteratura lucana”.
Sempre a Bologna, si iscrive alla magistrale in Comunicazione pubblica e d’impresa; dopo sei mesi di Erasmus in Spagna, a Valencia, si laurea a marzo 2018 con una tesi in comunicazione pubblica dal titolo “Quel che resta del talk show politico: un’analisi di #cartabianca e Gazebo”.
A novembre del 2018 si trasferisce a Urbino, per frequentare l’Istituto di Formazione al Giornalismo. Da settembre a novembre 2019 ha svolto un tirocinio presso il giornale on line tpi.it.

 

Partecipare a un Premio Giornalistico di un tema così specifico è stata una sfida?

Scrivere è sempre una sfida, una bella sfida. Scrivere di comunicazione sociale, a volte, può essere difficile per via della delicatezza dei temi da trattare ma è sempre appagante.

La Comunicazione Sociale: è un tema che trova spazio sulle testate?

Non sempre.

 Le parole, in un tema come quello del PGAB, si scelgono o sono già scelte?

Le parole vanno sempre scelte. È una delle parti più importanti e delicate del nostro lavoro, qualunque sia il tema trattato.

Le notizie devono essere sempre nuove?

L’ etimologia della notizia è notus, “conosciuto”. Non necessariamente le notizie devono portare elementi di novità.

  Le testate, oggi, secondo te sono prodotti commerciali o servizi pubblici?

Le testate, oggi, sono abbastanza schiacciate dal calo delle vendite. Per sopravvivere spesso tendono a urlare la notizia nella speranza che porti più click (o più copie vendute). Ma non è raro trovare esempi di giornalismo di qualità anche oggi.

 Chi è oggi, secondo te, un buon giornalista?

Colui che osserva, si incuriosisce, fa domande, indaga dolcemente e non è mai invadente. Colui che riesce a narrare con velocità, precisione e senso etico. È una definizione senza tempo, in realtà, vale per il presente come per il passato e probabilmente varrà anche per il futuro.

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