Al Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” come in altri numerosi ospedali italiani domenica 27 maggio per i malati è stata la domenica del “Sollievo”.
Durante la giornata si è svolta la premiazione del 12° concorso “Un ospedale con più sollievo”. Il concorso, patrocinato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dal Ministero della Salute, e promosso dalla Fondazione “Gigi Ghirotti”, dall’Associazione professionale Cattolica Italiana di Docenti, Dirigenti e Formatori (UCIIM), dalla Fondazione Alessandra Bisceglia e dall’Associazione Attilio Romanini Onlus ha come obiettivo quello di educare alla cultura del sollievo attraverso l’espressione creativa, coinvolgendo non solo giovani alunni e studenti, ma anche, indirettamente, le loro famiglie ed insegnanti.
Ha vinto il Premio relativo alla sezione Università intitolato ad “Alessandra Bisceglia”, destinato alla migliore ricerca sui luoghi storici o testo narrativo su esperienze relazionali solidali, prodotto da studenti universitari, Sarah Carla Frasca dell’Università Niccolò Cusano del CdL Magistrale in Psicologia del lavoro e delle organizzazioni con il testo La storia del signor 23.
Questa la motivazione:
La storia del signor 23 é un efficace testo narrativo che ricostruisce l’esperienza singolare che irrompe nella routine della sala d’attesa di un reparto di radioterapia oncologica, offrendo agli operatori e ai pazienti l’opportunità di reinventare il senso di quel luogo e di assumere uno sguardo diverso sulla malattia e sulle persone che la vivono.
In una sala d’attesa che vede quotidianamente incontrarsi volti che rimangono estranei l’uno all’altro, dove la terapia fa da protagonista e condiziona le relazioni, la scelta inusuale di un paziente di non voler essere chiamato per nome, innesca dinamiche che – giorno dopo giorno – rendono quel luogo non più solo teatro di sofferenza e di preoccupazione ma anche di sorrisi, di sollievo, di accoglienza.
Nella scelta del paziente di rimanere per tutta la terapia il ” Signor 23″ – numero a lui assegnato casualmente – l’équipe medica riesce a cogliere e sperimentare la possibilità di vivere e far vivere il trattamento con più leggerezza, di regalare ai presenti nella sala d’attesa stupore e momenti di divertimento, di sorprenderli con la loro fantasia, e di contagiare tutti nella ricerca di nuovi e curiosi modi di giocare con il numero 23.
La storia del buffo Signor 23 e del suo magico zainetto, fa nascere un sorriso anche sulle labbra del lettore, e testimonia un’esperienza di incontro che trasmette il sapore e il gusto della vita, nonostante il male, le terapie, le pareti del luogo di cura.
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