(dal “W Ale Notizie” n°24, del 23 giugno 2016)
Rubrica Scientifica a cura del Prof. Cosmoferruccio De Stefano
Continuiamo l’esame dei tasselli del mosaico assistenziale, già iniziato nella Parte I v. Notiziario n. 22 e Parte II v. Notiziario n. 23
Situazione attuale
Dopo aver brevemente e grossolanamente individuato quelli che dovrebbero essere i ruoli degli attori, proviamo a porci le stesse problematiche di una famiglia di fronte all’insorgenza di un angioma o di una malformazione vascolare.
Le due principali fonti di informazione sono rappresentate dalla medicina di base e dall’ormai ovunque presente Internet.
Le risposte della medicina di base saranno sicuramente corrette ma saranno fornite su una base soggettiva, vale a dire in funzione delle capacità diagnostiche, conoscenze e passate esperienze del medico.
Ora, ammessa la validità delle scelte da un punto di vista terapeutico e deontologico, il problema da dirimere è: sono le più corrette da un punto di vista di efficienza ed efficacia?
Sono cioè quelle che danno il miglior risultato di salute con il minor impegno economico del SS e quindi della comunità?
Poniamo un esempio pratico, un pediatra di base, Dr. AAAA, visita uno dei nostri bambini ed indica come specialista per la anomalia vascolare da cui è affetto, il Pf BBBBB, direttore di una UOC dell’Ospedale CCCCC, a quattrocento chilometri di distanza dalla sede di residenza.
Il paziente si rivolge alla struttura dove è stato indirizzato ed ottiene ottimi risultati in termini di assistenza
e terapia. Lo scenario sembrerebbe ideale, se non perfetto, ma potrebbe essere clamorosamente sbagliato e pesantemente penalizzante in termini economici, se nell’Ospedale DDDD, a
trentacinque chilometri di distanza, esistesse una UOC, la cui direzione fosse stata assegnata negli ultimi tre anni, al Pf EEEE che, dalla collaborazione di venti anni con il Pf BBBB avesse tratto una analoga significativa capacità terapeutica.
Il danno economico dovrebbe essere ascrivibile al medico indirizzante o al Servizio centrale inadempiente nel fornire le corrette e tempestive informazioni a chi delle suddette informazioni potrebbe e dovrebbe fare utile strumento di lavoro?
Qualora l’informazione continua alle basi fosse impossibile per le correlate spese di comunicazione, perché non ricorrere ad un SITO UFFICIALE ove medici e pazienti, eventualmente con differenti livelli di accesso, possano trovare tutte le informazioni necessarie?
Al momento attuale né il Ministero della Salute, né i Servizi Sanitari forniscono uno strumento informatico universalmente utilizzabile per orientarsi nel dedalo dei nostri Ospedali.
Va considerato che la rete internet è estremamente prodiga di indicazioni in ogni senso, ma che è al contempo difficile, per i non addetti ai lavori, districarsi tra informazioni oneste o truffaldine.
Se poi si pensa che i pazienti sono obbligati a muoversi in un panorama di oltre millequattrocento tra Ospedali e Centri Convenzionati è chiaro come la scelta divenga angosciante e possibilmente foriera di disagi, inconvenienti e sovraccarico di spesa per il singolo cittadino e per la comunità.
Proposte
Come dicevamo all’inizio, le anomalie vascolari rappresentano un capitolo complicatissimo di patologia, vuoi per l’ingannevole aspetto, il variabilissimo comportamento o gli esiti che vanno dalla completa guarigione alla possibile impotenza funzionale se non alla morte.
In circostanze simili la scelta non può e non deve essere lasciata al malato o alla sua famiglia.
La nostra Fondazione vuole istituire e far conoscere universalmente le Stanze di Ale, consultori dove gli
affetti dalla stessa patologia di Alessandra, possano trovare degli specialisti in grado di rispondere direttamente ai loro problemi o di avviarli correttamente ai centri di cura in caso di necessità di livelli di terapia superiori.