Il 3 settembre scorso è tornata in cielo Alessandra. E’ forte quello che lascia, fortissimo.
Ale è stata mandata dall’Alto perché fosse voce di Dio. Un Suo angelo. Ale è stato lo strumento per ricordare l’amore, ne è stata incarnazione. Forte, fortissima. L’immagine di una croce capace di lottare e di rispondere con la luce della bellezza. La sua testimonianza arriva diretta ai cuori delle persone. Ecco chi è Alessandra.

La sua vita è stata una carezza di Dio agli altri. Ale è stato un Suo strumento, l’espressione con cui ha voluto abbracciare i suoi figli. E non è un caso che l’abbia donata a Raffaella, Tonino, Nico, Serena. Loro, proprio loro, nella loro specificità, nella loro unicità, capaci di raccogliere quel dolce disegno ed essere al servizio di un qualcosa di unico e di ancora più grande. Già proprio loro, mezzo, collaboratori di un progetto bellissimo. Ale è stata un dono che Dio ha voluto fare a tutte le persone con cui ha avuto a che fare. La sua partenza è stato uno strappo ma non so perché immagino una grande mano che la raccoglie e che accosta la sua anima ad una luce immensa. Ecco, questo mi rasserena e me la fa vedere felice mentre gongola nell’amore eterno.
Alessandra non è morta perché il suo cuore, la sua essenza, continuano a vivere e a pulsare nella vita di ognuno di noi. Quel sorriso, capace di squarciare anche gli animi più bui, emana un profumo. La sua bellezza lascia serenità e vuoto allo stesso tempo. Manca Alessandra, mancano quelle sue manine delicate, quell’intelligenza matura, quel suo cuore puro, quel suo istinto costruttivo capace di spezzare le catene dell’aridità. Metteva allo specchio Alessandra, sapeva riportare all’essenziale, al bello, all’amicizia, all’amore. La sua capacità di ascolto, quegli occhi grandi, quel taglio di capelli che le metteva in risalto quel volto, quella forza d’animo e quella pura dolcezza, quella voce, quell’ironia e quel sorriso ….ancora, quel sorriso con la luce dentro.
Ho tanti ricordi, tante sensazioni e quello che più gelosamente conservo è l’abbraccio sincero che ho vissuto ogni volta che ho pronunciato e pronuncio il suo nome.
Ciao Ale.
Tua, Lorena.