Le potenzialità e le sfide delle protesi bioniche con ritorno sensoriale

Dal convegno: “Affrontare le anomalie vascolari: ieri-oggi-domani”

di Francesca Cordella

L’ing. Francesca Cordella si è soffermata inizialmente sulle “componenti di un sistema protesico di arto superiore”, con particolare riferimento “ai sistemi di interfacciamento”, per poi parlare di alcuni casi studio portati avanti al Campus Bio-Medico “riguardanti la stimolazione intraneurale del sistema nervoso periferico: un tipo di stimolazione invasiva e una stimolazione di tipo non invasiva sempre del sistema nervoso periferico per restituire sensazioni tattili”. “Guardando la statistica delle amputazioni – ha aggiunto – è evidente come nel mondo ci siano sia amputazioni di arto superiore che di arto inferiore. Le protesi che sono attualmente presenti in commercio cercano in qualche modo di consentire alle persone di eseguire il maggior numero di compiti di vita quotidiana. È ancora elevata, purtroppo, la percentuale di persone che abbandonano l’utilizzo della protesi: siamo intorno al 30 per cento. Lo fanno in quanto la protesi non soddisfa le loro necessità, per difetto di funzionalità e confort, per motivi legati all’aspetto, per l’assenza di feedback sensoriale. Le protesi commerciali, infatti, non restituiscono al soggetto amputato nessun tipo di formazione sensoriale tattile relativa all’interazione della protesi con l’ambiente esterno. la presenza invece di un feedback sensoriale può sicuramente incrementare le capacità di presa di una mano protesica e soprattutto permette di ridurre il carico cognitivo a cui sono soggette le persone con la condizione per eseguire compiti di vita quotidiani. La maggior parte dei compiti viene eseguita solo con l’aiuto di un feedback visivo. Il futuro sta nelle protesi a ciclo chiuso: sistemi protesici che oltre al sistema di interfacciamento sul canale efferente del sistema di controllo prevedono l’inserimento di sensori, di forza o di pressione, che permettono di comprendere quale sia la forza d’interazione tra la protesi e l’oggetto e permettere alla persona di controllare in maniera attiva la forza da applicare”.

Per saperne di più sull’argomento, a seguire c’è il link con il video integrale dell’intervento di Francesca Cordella:

https://youtu.be/mE9xnrL_IVg