(dal notiziario “W Ale Notizie” n°23, del 22 marzo 2016)
di Giuseppe Orlando
VENOSA – In occasione della Festa della Donna, le sezioni Fidapa di Lavello- Melfi -Venosa hanno messo in scena nell’Auditorium dell’Iiss Battaglini di Venosa lo spettacolo “Se le vittime potessero parlare”, a cura della compagnia teatrale LiberaMente di Melfi.
Ideato per promuovere una riflessione graffiante sulla violenza contro le donne e sul femminicidio e sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema purtroppo così attuale, lo spettacolo era anche finalizzato a raccogliere fondi a sostegno dei programmi e dei progetti della Fondazione “W Ale”. L’incasso della serata, infatti, è stato devoluto a favore della Fondazione, e la Presidente Raffaella Restaino ha tracciato, a conclusione dello spettacolo, il bilancio dell’ultimo triennio di attività. “I monologhi – ci dice Lillina Anastasia, regista della compagnia – raccontano storie di ordinaria violenza consumate tra le mura domestiche, che spesso arrivano all’atto criminale. Protagonisti sono uomini-carnefici, sui quali le donne avevano riposto piena fiducia”. I testi, infatti, attingono alla cronaca e alle indagini giornalistiche per dare voce alle donne, che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”, e sono tratti dallo spettacolo di “Ferite a Morte” di Serena Dandini. Sul palcoscenico del ”Battaglini” le donne di “LiberaMente” hanno dato voce a un immaginario racconto postumo delle vittime, stimolando riflessioni profonde e provocando indignazione e disgusto per storie d’amore che si trasformano in tragedia, caratterizzate da una parte dalle minacce e dalla violenza dell’uomo, e dall’altra dalla pazienza delle donne. Molto chiaro il messaggio culturale lanciato nel corso della serata: “Se picchi una donna sei un buffone! E non cercare una giustificazione!” hanno cantato a conclusione dello spettacolo, le voci narranti. “Per diventare mostri quotidiani non sempre serve alzar le mani: la violenza spesso è ammazzare la coscienza di chi ti ama col cuore in mano!”. Un fenomeno sempre più preoccupante! Il numero di donne uccise da mariti, fidanzati, padri, figure maschili di riferimento è in costante crescita e aumenta, purtroppo, proporzionalmente all’emancipazione femminile.