Dono fragile e prezioso,
affidato da Dio alla forza dei genitori — resi tali per curare il dono —
plasmato dallo Spirito nella capacità di amare e nella ricchezza dell’amicizia.
Il suo era un sorriso di Dio:
era felice di vivere, rendeva felice chi le era accanto.
Ha lottato e ha vinto: nella malattia, nello studio,nel lavoro, nelle relazioni,
nelle esperienze culturali e amicali.
Tutto bene, nonostante tutto.
Umanamente lascia un vuoto,
Spiritualmente lascia una eredità:
insegna a vivere e a soffrire, a rischiare e a riuscire, a sognare e a… fermarsi.
Era giunta l’ora.
Tanto quanto basta per non passare invano,nell’arco della vita terrena, che ha senso perché premessa di quella eterna, nella gioia vera e nella giustizia reale verso cui tendiamo.
E anche questo è dono di Dio.
Nell’incontro col Papa gli tendeva la mano e il Papa a lei: questo nella vita terrena.
Oggi la stessa mano tesa significa l’incontro con il Divino Pastore per godere nel pascolo eterno.
E questa è vita riuscita.
Alessandra vive non solo nel ricordo, ma nella vita vera.
Chi ha posato il suo sguardo su di lei, l’amò…
Le ha promesso un tesoro in cielo.
E rimarrà tesoro in terra, per noi.
Zio Rocco, Arcivescovo